Il 2018 è stato un anno nero per le emissioni di CO2, ad avvertire sono il Guardian e il Global Carbon Project.
I dati raccolti
Le emissioni generate dall’uso dei combustibili fossili quest’anno sono cresciute del 2,7% raggiungendo i 37,1 miliardi di tonnellate. Da aggiungere sono anche i 5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica che derivano dalla deforestazione e da altre attività scellerate, per un totale per l’anno in corso di 41,5 miliardi di tonnellate. Crescono le emissioni ma anche la concentrazione di CO2 nell’atmosfera con un livello del 45% superiore rispetto al periodo preindustriale.
I Paesi che inquinano maggiormente
La Cina è tristemente in cima alla classifica registrando da sola il 27% della CO2 mondiale. Seguono Usa (15% del totale) e L’Unione Europea con il 10% delle emissioni globali e una flessione dello 0,7%.
In Italia gli ultimi dati riferiti a novembre evidenziano come le emissioni medie ponderate di CO2 siano cresciute del 3,9% raggiungendo i 117,0 g/km.
Nella città di Roma sono aumentate del 3,4% raggiungendo i 113,8 g/km (+3,7 g per chilometro). Forte incremento a Palermo +5,4% (+5,9 g/km), Firenze +5,6% (+ 6,4 g/km), Milano +5,7% (+6,5 g/km) e Napoli dove la CO2 è aumentata addirittura del 7,7%, con un incremento di 8,4 grammi per chilometro.
Mediamente, abbiamo un aumento di CO2 urbana pari al 4,75% su base annua.
Soluzioni
Secondo uno studio del Global Carbon Project allineato agli scenari tracciati recentemente dall’IPCC e dall’Unep: bisogna de-carbonizzare molto velocemente l’economia mondiale, azzerando le emissioni nette di gas-serra entro il 2050, per rimanere in linea con l’obiettivo di contenere il surriscaldamento terrestre a 1,5-2 gradi a fine secolo, rispetto alle temperature medie registrate nell’età preindustriale.
L’auto elettrica nel complesso inquina meno di una vettura a benzina o diesel, anche se questo dato non deve farci sottostimare gli impatti negativi sull’ambiente dovuti ai processi produttivi, tra cui soprattutto l’estrazione di litio, cobalto, nickel e altre risorse indispensabili per fabbricare le batterie. Secondo uno studio dell’Europarlamento i valori variano a seconda di come viene prodotta l’energia. Un’auto a batteria, assumendo una vita utile di 150.000 km, riduce moderatamente le emissioni di CO2, rispetto ai veicoli con motori a combustione interna.
E le ibride?
Una ricerca tedesca dell’Istituto Fraunhofer e dell’Istituto di tecnologia di Karlsruhe ha dimostrato che le auto ibride riducono i gas serra come quelle elettriche anzi, le emissioni di carbonio di un’auto ibrida diventano addirittura inferiori a quelle di un’elettrica, scrivono i ricercatori, “se si tiene conto che minori emissioni di CO2 sono rilasciate durante la produzione di un ibrido plug-in rispetto a un’auto elettrica, a causa delle minori dimensioni delle batterie”. Inoltre, le ibride “possono sviluppare la diffusione della mobilità elettrica, perché non hanno il problema della scarsa autonomia delle batterie”.