Uno studio dell’Università del Maryland, intitolato “Climate model shows large-scale wind and solar farms in the Sahara increase rain and vegetation” e pubblicato sulla rivista “Science”, mette in luce un’ipotesi sensazionale riguardante le energie rinnovabili e il deserto del Sahara.
Secondo lo studio, coprire anche solo una parte dei 9 milioni di chilometri quadrati del deserto con larghe installazioni di turbine eoliche e pannelli solari, produrrebbe sufficiente energia per soddisfare le necessità energetiche attuali di tutto il Pianeta.
Non solo, l’energia prodotta potrebbe cambiare il clima locale aumentando le precipitazioni e facendo crescere la vegetazione nel Sahara per la prima volta in 4500 anni!
L’impatto sarebbe positivo anche per le popolazioni locali, spiega Safa Motesharrei, uno degli autori della ricerca: «L’incremento delle precipitazioni porterebbe al miglioramento sostanziale dell’agricoltura della regione. Così come la crescita della vegetazione spontanea potrebbe favorire gli allevamenti».
Come avverrebbe il processo?
Gli impianti eolici spingono il vento a convergere verso aree di bassa pressione. Quest’aria deve quindi risalire, raffreddandosi e facendo condensare l’umidità, il che porta all’incremento delle piogge. Allo stesso tempo, i pannelli solari riducono la riflessione della luce solare operata dal nostro pianeta (il cosiddetto effetto albedo). Di conseguenza, i terreni desertici assorbono maggiore energia solare, aumentando ancora il calore in superficie. Il che, secondo i ricercatori, può aumentare la probabilità di precipitazioni del 50%.